3 settembre 2010

Tempo e silenzio



Del giorno in cui morì la speranza ricordo tutto: la forma delle scarpe, i colori della veste, la sua consistenza.
So che era un mercoledì che il sole splendeva, che l'aria era calda.
Mi alzai, andai al lavoro, visitavo bimbi venuti al mondo di fretta.
Poi suonò il telefono, la prima di innumerevoli volte quel giorno.
Andai subito dove mi fu chiesto di andare, dove era giusto che andassi.
Ricordo perfino che pranzai e cosa mangiai, chè allora non credevo e non credendo non prevedevo e non prevedendo potevo fare di quel mio giorno un giorno comune.
Poi il mondo esplose e la speranza morì.
Ricordo che non ero dove avrei voluto essere, che non strinsi per prime tra le mie braccia le braccia che avrei voluto accogliere.
Ricordo che per prima giunse la rabbia, un rabbia sorda e cieca, solo dopo venne il dolore, così profondo che ancora dura.
Dopo qualche giorno l'intero mondo era in lutto, un funerale planetario, si sepellirono una piccola grande donna, madre di carità; una principessa triste e la nostra gioventù

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