5 marzo 2012

La storia delle storie




Ci sono storie che nascono così, già con le gambe, sei ancora lì a scrivere i colori degli occhi del protagonista che quello già parla, e si muove e ragiona con la sua testa, ed hai un bel pensare di mandarlo da qualche parte che quello, sfacciato, ci è già andato senza chiedere il permesso.
Ti sveglia di notte per presentarsi e si lamenta se teme che riaddormentandoti non ti sarai concentrata abbastanza rischiando di fargli dire o fare le cose diversamente da come desiderava lui. Alcuni li accompagni per mano nella crescita, sono timidi e vanno incoraggiati e ci metti tempo perchè non dimostrano autonomia e quindi aggiungi e togli nella speranza di spronarli, ma non decollano, non c'è nulla da fare, restano lì fatti di due o tre righe e magari di una zazzera di capelli rossi e ti piange il cuore perchè senti che se li sapessi ascoltare meglio qualcosa da dire l'avrebbero, ma niente.
Altri che avresti pensato timorati e si dimostrano invece spudorati senza ritegno e dove tu immagini per loro un tenero amore, invece si lanciano in sesso selvaggio con uno/una a cui tu non daresti due lire, ma ognuno deve imparare dai propri errori pure se nasce lì su un foglio di carta, durante un tragitto in bus, ha diritto di sbagliare anche se l'errore avviene  a poche parole dal punto finale e non sai se poi gli avrà fatto troppo male e se sarà stato in grado di risalire. Ci sono racconti partiti da un'emozione troppo grande per rimanerti dentro ed altri da emozioni mai provate ma che desideresti fare tue. Ci sono racconti che partono dalla tua vita e che visti lì nero su bianco paiono quasi più veri di quando li stavi vivendo. Ci sono storie che hai provato a raccontare e nessuno ti ascoltava ed altre che decidi di scrivere perchè sono piaciute ogni volta che le hai raccontate. Ci sono storie che ti soddisfano mentre le scrivi ma non soddisfano chi le legge ed altre storie che piacciono molto ma a te hanno lasciato poco. Ci sono racconti scritti a quattro mani in cui la storia si modifica a tal punto che non sai più da quale ostetrico folle sia stato estratta a forza con forcipe e ventosa, ma la prima volta che la tieni tra le braccia sai irrimediabilmente che è un frutto benedetto e te ne innamori per sempre. Le storie sono una droga che crea dipendenza, un fiume torrentizio, in piena a volte e in secca altre in cui la navigazione è difficile, a tratti impossibile ma tu sei schiavo e devi navigare

8 commenti:

alessandra ha detto...

Che bel post Amanda...la scrittura mi ha sempre affascinato insieme alla lettura, peccato che almeno per ora io non sia in grado di scrivere racconti, quando l'ho fatto è stato in momenti particolari baciati da un'ispirazione rarissima; me la cavo nel diario, nel racconto autobiografico ma non so inventare molto..ma chissà che col tempo anch'io impari a destreggiarmi tra personaggi e storie come sai fare tu :-)

oriana ha detto...

Amanda sei grande....

Ale tu ti devi applicare di più...

amanda ha detto...

@Oriana: ma povera Ale!

oriana ha detto...

no, no ... ho ragione io... ricordo certi post di Ale...

oriana ha detto...

no, no ... ho ragione io... ricordo certi post di Ale...

Marilina ha detto...

Mi piace l'idea che la scrittura ti si sveli da sola se la sai ascoltare...
Brava Amanda!
Vai Ale!

giardigno65 ha detto...

devi navigare ulisse, ma occhi alle sirene ...

amanda ha detto...

già le sirene....